venerdì 6 luglio 2018

I migliori ristoranti vicino Piazza Navona

Roma è una capitale che offre numerose formule di pernottamento e relax, anche tra le più innovative e di ultima tendenza come gli hotel boutique a Roma che sono in ascesa e offrono servizi sempre più raffinati e personalizzati come l’Hotel Teatro Pace, nei pressi di Piazza Navona, uno dei cuori storici della città. Piazza Navona è il salotto cittadino, la sua piazza accoglie il turista con i suoi numerosi bar e ristoranti che si affacciano sulla piazza, nei quali sedersi per gustare la vista della piazza oltre che dei piazzi squisiti della tradizione romana.

Il “Bernini”, il ristorante a Piazza Navona

Uno dei ristoranti più longevi e caratteristici di Piazza Navona è il Bernini (Piazza Navona, 44), un ristorante aperto anche a colazione o per prendere un aperitivo. L’ambientazione è old fashion e accogliente con un’offerta di piatti che attingono alla tradizione romana. La sala principale – con i pavimenti in parquet – è arredata con vetrine in cui sono esposte le migliorie etichette di vino. Tra i piatti forti del locale si ricordano:
  • I fiori di zucca ripieni con mozzarella e alici;
  • I tonnarelli cacio e pepe;
  • Il filetto d’orata in crosta di patate, rucola e pachino;
  • Ravioli con crema di bufala;
  • L’emincé di gamberi in salsa d’arancio;
  • Il tortino di cioccolato caldo con gelato alla vaniglia.
La spesa media è di 40 € con una vista spettacolare su Piazza Navona che non ha prezzo.

Quali sono i ristoranti vicino Piazza Navona

Nei dintorni di Piazza Navona, ristoranti, bar e gelaterie non mancano e segnalarli tutti è un’impresa enorme. Riportiamo di seguito solo alcuni tra quelli più segnalati e consigliati dagli utenti del web:
  • Il Convivio Troiani: in Vicolo dei Soldati, 31 si trova uno dei locali della ristorazione capitolina di classe con le sue sale molto eleganti e arredate con ricercatezza e pezzi di antiquariato. La mise en place è impeccabile. Il locale appartiene alla famiglia Troiani e lo chef Angelo Troiani è anche docente presso una scuola di cucina. Il pane è preparato in casa con una particolare attenzione nella ricerca di farine biologiche, così come la pasta fresca è lavorata con il mattarello. La cucina è a base di prodotti stagionali e del territorio per offrire sempre qualità al cliente. Tra i piatti consigliati: Fiore di zucca ripieno di ricotta, guanciale croccante, pesce, menta e tartufo bianco, i classici Spaghetti “ajo e olio” con peperoncino e pecorino romano, gamberi rossi al limone menta e scaglie di mandorle e per dessert sorbetto di limone liquirizia e fior di latte. Prezzo medio alla carta: 85 €.
  • Ristorante Virginiæ: alle spalle di Piazza Navona, in pieno centro storico si trova questo ristorante molto accogliente dall’arredamento rustico e dal personale cordiale e competente. L’offerta gastronomica è basata sulla cucina tradizionale e i piatti forti sono proprio la carbonara, la gricia, la trippa alla romana e l’abbacchio alla scottadito. Prezzo medio alla carta: 30 €.
  • Casa Bleve: in Via del Teatro Valle, 48, nasce come enoteca gestita dalla famiglia Bleve originaria del Salento. Uno dei primi esperimenti di wine bar, nel tempo ha saputo adattarsi alle mode cambiando aspetto. Tra i piatti consigliati gli arrosti di agnello, la Fassona, le varie specialità di pesce (baccalà, rombo), l’inoltino di peperone con spuma di tonno, capperi e acciughe, tacchino arrosto ripieno di ricotta e tartufo nero e diverse varietà di dolci. Prezzo medio alla carta: 50 €.

mercoledì 16 maggio 2018

Studiare in America

Il sistema scolastico americano viene considerato una vera e propria eccellenza e per questo ogni anno i college americani ospitano un grande numero di studenti che provengono da tutto il mondo.
In Italia il numero di ragazzi che una volta preso il diploma decide di andare a studiare in America e in netto aumento, ma per fare questo bisogna rispondere a dei requisiti speciali e sbrigare diverse pratiche burocratiche.

Come funziona l’istruzione in America

 Il sistema scolastico americano è diverso rispetto a quello che siamo abituati a vedere nel nostro paese, qui i ragazzi una volta conseguito il diploma possono scegliere due strade di studio:

  • Community College: sono quelle che scuole che vengono usate da chi vuole immettersi presto nel mondo del lavoro, questi corsi hanno una durata di due anni. 
  • College University: una vera e propria università per coloro che vogliono proseguire gli studi, qui la durata e di 4 anni con un biennio simile per l’indirizzo scelto e gli altri due anni di specialistica che fanno ottenere il bachelor degree.

Dopo la frequentazione del college in America si può scegliere di effettuare un master che serve, ad accompagnare i giovani verso la loro disciplina di lavoro ad esempio sono presenti la law school per gli avvocati, medical school e business school, anche per i master la durata è di circa 4 anni di studio.
Per quello che riguarda le materie umanistiche, sono presenti quelli che noi chiamiamo dottorati, che vengono catalogati dalla Phd ed hanno una durata che può variare da uno a due anni dopo e vengono svolti soprattutto da chi è interessato a insegnare o lavori di ricerca.

Che cosa fare per studiare negli Stati Uniti

Se decide di studiare negli Stati Uniti è importante iniziare la ricerca del corso il prima possibile perché i tempi per l’accettazione sono molto lunghi e c’è una grande concorrenza e consigliabile presentare la domanda perciò entro il febbraio precedente l’anno d’immatricolazione.
Gli studi in America sono di altissima qualità soprattutto per le Università private e per questo hanno un costo molto elevato perciò è importante cercare di prendere una borsa di studio.

Le borse di studio si dividono in due tipi


  • Need based: che si basano sul reddito
  • Merit based: che premiano i candidati più eccellenti per voti e attività speciali come lo sport

Lo studiare in America offre numerosi opportunità allo studente che può quindi scegliere di tornare in Italia e mettere le sue capacità a disposizione del paese o rimanere a lavorare negli Stati Uniti e magari un giorno grazie agli anni di fatica avere la possibilità di fare domanda per una carta verde per gli Usa con l’aiuto in Italia dello studio legale Carlo Castaldi, specializzato in queste particolari pratiche.

mercoledì 9 maggio 2018

Il Pasquino, la statua parlante di Roma

Tutte le città più cool contemplano nel settore dell’ospitalità i boutique hotel, una tendenza relativamente recente che prevede un’offerta di ospitalità basata sull’esclusività del servizio e dell’esperienza turistica. I boutique hotel sono per lo più piccoli – nelle dimensioni - hotel di lusso, collocati in luoghi rappresentativi della città, dagli arredi e dal carattere fortemente distintivo, con servizi personalizzati e trattamento principesco della clientela. Uno degli hotel boutique a Roma più interessanti per location e servizi è l’Hotel Teatro Pace nei pressi di Piazza Navona. Ironia della sorte è anche vicino a uno dei simboli più dissacranti della romanità: la famosa statua parlante del Pasquino.

La tradizione delle statue parlanti

Le statue parlanti sono una delle espressioni più spregiudicate dell’anima del cittadino romano il quale dietro la satira e la maschera di un oggetto inanimato ma significativo esprime tutta la propria irriverenza verso i potenti, le caste e i loro vizi. Un tempo, Roma aveva diverse “statue parlanti” dislocate nei vari punti della città e la tradizione risale all’epoca pontificia quando i romani – stanchi delle vessazioni – cominciarono ad appendere anonimamente dei cartelli diffamatori al collo delle statue sparse agli angoli della città: si ricordano le statue di Marforio nel cortile del Museo Capitolino, Madama Lucrezia in Piazza San Marco, l’Abate Luigi in Piazza Vidoni, il Facchino di via Lata, il Babuino in Via del Babuino e ovviamente il Pasquino, l’unica superstite.
La  superstite statua del Pasquino è un frammento di una statua del periodo ellenista (III sec. a.C.) probabilmente raffigurante un guerriero o Menelao che sorregge il corpo morente di Patroclo. La statua fu originariamente rinvenuta nel 1501 e collocata a ornamento nello Stadio di Domiziano (attuale Piazza Navona) in seguito agli scavi del tempo. La statua fu poi spostata nella collocazione attuale nell’allora piazza Parione (dal nome del Rione), poi ribattezzata Piazza del Pasquino.

Le pasquinate e l’origine del nome

Le origini del nome “Pasquino” sono oscure e le ipotesi sono diverse; una delle più accreditate vuole che il nome derivi da un artigiano del Rione Parione – forse un sarto o un barbiere o un calzolaio o un ristoratore del luogo – famoso nel quartiere per la sua sagacia e la vena satirica. Mastro Pasquino era solito dilettare - nella sua bottega, con apprendisti e avventori – i suoi ospiti con motti e commenti sarcastici tutto ciò che accadeva in città, sferzando soprattutto il clero e la nobiltà. La sua fama di simpatico schernitore della morale dei potenti si diffuse rapidamente, al punto che chiunque osava fare una battuta la attribuiva a Mastro Pasquino, il quale da parte sua godeva di una certa immunità dovuta proprio alla fama. Nonostante, quindi, fosse inviso ai nobili e al clero, non fu mai punito per non suscitare moti di ribellione tra i cittadini. Dopo la morte di mastro Pasquino, la popolazione spontaneamente – ma anonimamente – prese ad appendere al collo della statua posta vicino alla bottega di Mastro Pasquino cartelli e scritte che continuavano ad ammonire i costumi corrotti della città. Nascono, così, le pasquinate e l’abitudine di apporre cartelli e manifesti satirici – in versi o in prosa - al collo di questa statua divenuta “parlante”. Nel tempo, furono fatti diversi tentativi di rimozione delle statue parlanti e di soppressione delle invettive, ma fallirono sempre perché i consiglieri dei potenti dissuasero dal farlo conoscendo l’irascibilità del popolo romano e l’imprevedibilità delle reazioni all’abolizione dell’unica usanza che dava realmente voce al popolo. Dopo un periodo in cui furono posti anche i gendarmi a guardia della statua per evitare che nottetempo fossero affisse delle pasquinate, i governanti abbandonarono l’intento di censura intuendo la potenzialità di questa usanza a fini propagandistici e persino elettorali contro gli avversari.
Le pasquinate, oggi, continuano a sferzare i romani, il potere e non solo perché lo sguardo si è ampliato sul mondo e sulle problematiche attuali sempre con quello spirito ironico tipico della romanità.

giovedì 26 aprile 2018

Modulo Visa ESTA: cosa c'è da sapere

Per viaggiare negli Stati Uniti non per tutti è necessario essere in possesso di un visto di soggiorno. I cittadini che dispongono del passaporto di uno dei 38 Paesi appartenenti al Programma di Esenzione, infatti, possono recarsi nel Paese a stelle e strisce muniti solo del documento Visa ESTA. L'intera procedura si svolge online ma è necessario prestare la massima attenzione alle domande che vengono poste e alle informazioni che vengono fornite, perché il rischio di cadere in errore e di invalidare la richiesta è molto alto.

Come compilare il modulo visa esta per l'ingresso negli Stati Uniti

La compilazione del modulo ESTA viene chiamata procedura e, per far capire di cosa si tratta, può essere considerata come una forma alleggerita e meno impegnativa della domanda di visto. L'intera procedura viene svolta online ed è stata studiata proprio per ridurre il carico burocratico negli uffici atti a rilasciare il visto di soggiorno. E' in vigore dal 2009 ed è dedicato solo ai cittadini di quei 38 Paesi che hanno siglato l'accordo e rappresenta il primo step di controllo per le autorità USA. Per compilare la domanda è necessario avere a portata di mano il passaporto elettronico in corso di validità, che dovrà essere necessariamente lo stesso che verrà usato come documento al momento del viaggio. La procedura ESTA implica una serie di domande, alcune delle quali potrebbero anche sembrare bizzarre ma sono tutte volte a tracciare un profilo funzionale e completo del viaggiatore. Inutile dire che si richiede la massima sincerità a ogni risposta, anche perché questi moduli vengono accuratamente controllati e verificati dalle autorità una volta prima che venga emessa l'autorizzazione. Diverse, nell'ottica della sicurezza, sono le domande in merito alla situazione giudiziaria del richiedente, al quale viene chiesto se e quali siano le sue pendenze penali. Se per alcune domande non si dispone delle informazioni richieste, il modulo può essere continuato in un secondo momento: quel che conta è che venga salvato il numero di procedura, perché all'accesso successivo viene richiesto per riprendere la compilazione da dove era stata interrotta.
Una volta completato per intero il modulo di richiesta, la procedura non può ancora dirsi ultimata, perché è necessario effettuare i pagamenti amministrativi per avviare la pratica. Nello specifico si tratta di effettuare un pagamento pari a 88 dollari, 14 dei quali rappresentano la tassa governativa USA obbligatoria. L'autorizzazione visa ESTA ha una durata di 2 anni ed è valida per tutti i viaggi con una permanenza inferiore a 90 giorni.

Il rigetto della domanda ESTA

In base agli accordi del Programma di Esenzione, il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale americano ha 72 ore di tempo per formulare la sua decisione in merito all'autorizzazione o meno d'ingresso per il richiedente. Tuttavia, questo è un limite piuttosto indicativo e non è consigliabile ridursi a inoltrare la domanda appena 3/4 giorni prima della partenza, perché in alcuni casi i tempi possono anche essere più lunghi. L'ideale sarebbe chiedere l'ottenimento dell'autorizzazione Visa ESTA almeno un mese prima, per avere anche il tempo materiale di poter richiedere il visto di soggiorno in caso di bocciatura dell'ESTA. I motivi per un rigetto possono essere diversi, dalle informazioni errate fino alla nazionalità incompatibile, passando per i carichi penali non conformi, senza considerare la durata del soggiorno che supera i 90 giorni.
In tutti questi casi è necessario prendere la strada del visto tradizionale, che richiede una procedura più lunga e complessa, oppure riprovare a inoltrare la domanda per l'ESTA ma in questo caso è necessario attendere almeno 10 giorni dal ricevimento del rigetto della precedente richiesta di autorizzazione. Va sottolineato che in caso di rifiuto della domanda, le spese amministrative non vengono mai rimborsate.

mercoledì 14 marzo 2018

Bernini e la fontana dei Quattro Fiumi

Roma è meta ogni anno della visita di milioni di turisti provenienti da tutto il mondo, che ne desiderano ammirare le piazze, i monumenti, gli edifici più importanti e significativi. Diverse sono anche le bellissime fontane che adornano la città, tra cui spiccano veri e propri capolavori. Tra questi senz'altro quella dei Quattro Fiumi, di Gian Lorenzo Bernini. Pur di ammirarla, tanti sono i turisti che tendono a soggiornare in hotel in piazza Navona, dove è ubicata, o nei suoi pressi, come ad esempio l'hotel Teatro Pace.
Questa fontana rappresenta un'opera d'arte magnifica, realizzata da uno dei più grandi geni del Barocco italiano. Diverse sue creazioni, inoltre, vengono ammirate quotidianamente nei più bei luoghi o musei cittadini: come piazza di Spagna o quella di S.Pietro, o ancora nella Galleria Borghese. Andiamo a scoprire un pò di più sulla vita di questo artista campano, capace di realizzare capolavori di assoluta bellezza, e sulla sua creazione presente a piazza Navona.

Bernini, un'artista poliedrico

Nato nel 1598 a Napoli, sotto la guida del padre, anch'egli artista, crebbe professionalmente e iniziò a distinguersi per la magnificenza di alcune sue opere. Trasferitosi a Roma, su commissione di diversi ecclesiastici, produsse varie statue, tra le quali il celeberrimo Ratto di Proserpina. In seguito, grazie alla sua maestria e alla sua amicizia con l'allora Papa Urbano VIII°, gli fu affidata la direzione dei lavori della basilica di S.Pietro.
Qui Gian Lorenzo Bernini non solo creò il celebre Baldacchino, ma in seguito ideò anche il colonnato presente nella piazza antistante la basilica stessa. Dopo alterne vicende, dovute anche alla successioni di vari pontefici, fu con Alessandro VII° che realizzò altre opere importanti, tra cui la facciata interna della porta di piazza del Popolo. Ritornato da un soggiorno in Francia, tra le ultime più belle creazioni, vi sono delle statue raffiguranti degli angeli, poi collocate lungo Ponte S.Angelo. L'artista morì poi nel 1680.

La fontana dei Quattro Fiumi

Ideata e realizzata intorno al 1650, quest'opera è costituita da una serie di statue imponenti ed in marmo bianco a cui, in seguito, venne aggiunto anche un obelisco egizio risalente al circo di Massenzio e rinvenuto qualche anno prima. L'artista campano modificò una semplice vasca presente in piazza Navona e vi pose delle statue maschili, raffiguranti i quattro fiumi più importanti e conosciuti all'epoca, uno per ogni continente: Danubio, Rio de la Plata, Gange ed il Nilo.
Quest'ultimo è rappresentato con un velo a nascondere la testa in quanto, in quel periodo, ancora non erano state scoperte le sorgenti del fiume africano. A completare l'opera, vi sono inoltre le raffigurazioni sia di alcuni animali, tra cui un cavallo, un delfino ed un leone, e sia di alcune piante ed alberi. Il tutto rappresenta una delle più belle opere del Barocco italiano e dello stesso artista campano.

Basilica di San Vitale in Via Nazionale a Roma

Via Nazionale a Roma è una delle arterie storiche della capitale, ricca di storia, monumenti, chiese come la Basilica di San Vitale. La sua posizione è, inoltre, perfetta per raggiungere con facilità i principali monumenti capitolini, è un’arteria ben servita dai mezzi pubblici ed è anche una rinomata via dello shopping; per tutte queste caratteristiche sarebbe ideale alloggiare in un hotel in via Nazionale a Roma, come per esempio il Floris Hotel a due passi dalle principali attrazioni. Una visita alla vicina basilica è quasi d’obbligo.

Breve storia della Basilica di San Vitale e Compagni Martiri in Fovea
Situata nel Rione Monti, la chiesa di San Vitale è caratteristica per la sua posizione

 al di sotto del piano stradale. Dopo numerosi e lunghi restauri è tornata al suo antico splendore.
La chiesa al IV secolo d.C. e nasce su un vecchio oratorio dedicato ai Santi Gervasio e Protasio,
entrambi martiri e figli di San Vitale di origini milanesi. Intorno al 390, a cavallo con il 400, Vestina,
una donna ricca e pia lascia i suoi beni all’oratorio e con il congruo contributo, l’oratorio viene trasformato in una basilica a tre navate che fu, infine, consacrata nel 402 da papa Innocenzo I.
La basilica fu prima intitolata a Vestina, solo dopo il sinodo del 595, compare l’appellativo di San Vitale.
Nel tempo fu ulteriormente restaurata da Papa Leone III (VII secolo), in epoca medievale e durante il Rinascimento fu rifatta completamente prima da Papa Sisto IV nel 1475 e poi da Clemente VIII nel 1595.
I lavori dei papi Sisto e Clemente ridussero la basilica a una sola navata rispetto alla tre originarie,
il portico fu distrutto e ridotto a vestibolo.
Nel tempo, a causa dell’innalzamento del piano stradale e in seguito ai lavori per la messa a punto e ampliamento di Via Nazionale, nel 1859 Papa Pio IX fece costruire la scalinata di accesso in discesa.

I lavori di restauro eseguiti nel biennio 1937/38 hanno permesso di ripristinare l’antico portico.
Caratteristiche architettoniche di San Vitale in Via Nazionale
Il portico di San Vitale è di epoca paleocristiana e ha cinque arcate che poggiano su colonne i cui capitelli risalgono al V secolo. Il portale all’ingresso riporta un’iscrizione e lo stemma di Papa Sisto IV.

I battenti in prezioso legno furono scolpiti nei primi anni XII secolo. Attualmente la chiesa si presenta con una sola navata così come restaurata nel 1859, il pavimento e il soffitto in legno. Originali del V secolo sono anche i quattro altari laterali – due per lato. La chiesa ha un transetto affrescato dall’artista Agostino Ciampelli che raffigurano il martirio per lapidazione di San Vitale. Le altre parti affrescate raffigurano le storie dei martiri e dei profeti, realizzati dagli artisti Tarquinio Ligustri e Andrea Commodi.
Una delle attrazioni all’interno della basilica vi è senza dubbio la cantoria con un organo a canne del 1931, opera dei fratelli Schimicci e decorata da due colonne corinzie.
 L’organo – strumento di gran pregio – è dotato di pedaliera, a due manuali e a trasmissione pneumatico-tubolare; perfettamente funzionante accompagna i concerti di musica sacra o classica
all’interno della basilica.

martedì 13 marzo 2018

Giro del mondo con lo zaino: come prepararlo

Chi non ha mai sognato di prendersi una lunga pausa per concedersi il viaggio dei viaggi: il giro del mondo, un’esperienza che apre la mente e alla conoscenza di culture diverse. Uno dei modi più interessanti di fare il tour del mondo è quello di partire con lo zaino in spalla e avventurarsi alla scoperta del mondo, cercando di spendere anche poco. Per gli amanti del lusso, dei viaggi sicuri e organizzati in ogni dettaglio, c’è la possibilità di rivolgersi ad agenzie specializzate come Travel Design che offre pacchetti ad hoc per tutti i tipi di viaggiatore. Ma volendo partire all’avventura con zaino in spalla, quale equipaggiamento preparare?

Come preparare lo zaino per il giro del mondo
La prima regola del viaggiatore esperto è viaggiare leggeri e soprattutto quando si organizza uno zaino bisogna imparare a scegliere capi che si adattano per il giorno, la sera e la notte. Viaggiare con lo zaino è pratico e identifica anche una vera e propria scelta di vita e di concepire il viaggio, infatti questa tipologia di viaggiatore si chiama “backpacker” e letteralmente il peso del viaggio grava tutto sulle spalle, per questo è fondamentale saper scegliere cosa mettere. L’equipaggiamento deve essere essenziale, utile, comodo, adattabile ai climi dei luoghi di destinazione scelti (preferibilmente abbigliamento tecnico). Le scarpe sono fondamentali e devono essere comode, da alternare alle infradito per poter fare la doccia senza dover togliere le scarpe, soprattutto in luoghi dove si hanno dubbi sull’igiene. Lo zaino deve poter contenere anche la tenda da campeggio o il sacco a pelo per qualsiasi evenienza, nonché un impermeabile.

Alcuni consigli utili per fare lo zaino per un giro del mondo
Lo zaino, in base alla propria costituzione fisica e resistenza deve avere una capienza compresa tra 60 e 90 litri con uno zainetto o marsupio aggiunto, un parapioggia e la sacca per chiuderlo bene durante gli spostamenti (a piedi, autobus, aereo, treno o nave). È importante che sia ergonomico e rinforzato sullo schienale e le spalliere.

L’abbigliamento si deve comporre di almeno 6-8 magliette in materiale tecnico a rapida asciugatura, 2 pantaloni, 1 jeans, e pantaloncini con gambe con zip; 10 paia di mutande e 12 paia di calze, 1 cinta, la giacca a vento, scarpe infradito e scarpe da trekking o comode per lunghe passeggiate.

Per quanto riguarda la cosmetica e l’igiene si consiglia di portare uno shampoo con balsamo, deodorante, spazzola e pettine, rasoio, pinzetta, forbici, dentifricio e spazzolino, crema solare e crema per le mani.

Come equipaggiamento per il pronto soccorso in caso di febbre, diarrea, mal di pancia, svolte e tendiniti si consiglia di portare degli antidolorifici, aspirine, disinfettante e cerotti, colluttorio o pastiglie per la gola, antistaminici (in caso di allergie, eritemi e dermatiti), lassativi per la stitichezza e anti-diarrea, farmaci contro l’acidità di stomaco.

Da aggiungere all’equipaggiamento anche:

Pile;

  • Una torcia,
  • Telefono, tablet o notebook con rispettivi caricabatteria;
  • Coltellino multiuso;
  • Macchina fotografica e memory cards;
  • Cavi di alimentazione e adattatori universali per le prese
  • Assolutamente fondamentali, ma vale la pena ricordare, sono i documenti:
  • Passaporto in 4 copie;
  • Visti (se necessari a seconda dei paesi);
  • Assicurazione medica;
  • Numeri utili sempre a portata di mano.